Home Eventi Scopri Roma Ristoranti Locali Negozi Tour Benessere e Sport Cinema
Home page » Rione Monti: La Suburra ieri e oggi

Rione Monti: La Suburra ieri e oggi

RioneMontiLPLT_WikimediaCommons.jpg

"Viaggio" nell'antica Suburra romana, oggi primo rione della capitale fra negozietti trendy, botteghe artigiane e scorci da togliere il fiato. Scopri Rione Monti con Gaia

Rione Monti sarà sempre Suburra, anche se oggi è un “quartierino” trendy, pieno zeppo di atelier, laboratori, negozi di antiquari, bar carini, tavolini fuori, ristorantini chic e gente bella che passeggia. Qui il peso della storia ha una consistenza troppo viscosa perché gli si strappi di dosso per fare spazio alle inevitabili mutazioni del centro storico. 

Ed è un bene. Un bene assoluto.

Sarà perché per arrivarci bisogna scegliere un altro piano stradale, più basso, rispetto a via Cavour. Sarà perché qui, il cambio della guardia fra vecchi affittuari a equo canone e nuovi proprietari ricchi è avvenuto più tardi che in altri rioni del centro, sarà perché è nella natura dei monticiani di difendere il territorio a sassate se necessario. Ma qui la storia non si è fermata eppure Roma sembra sparita di meno.

Siamo nel primo rione della città: dove c’erano le chiese clandestine e i bordelli, dove patrizi e plebei vivevano a due strade di lontananza, dove c’è stato l’incendio neroniano del 64 d. C., dove osterie e lupanari si occupavano di far capire al forestiero il gran marasma in cui s’era andato a cacciare. Roma nel suo aspetto più sordido e affascinante andava in scena qui. Quartiere a luci rosse, lo avrebbe chiamato un urbanista contemporaneo se fosse capitato da queste parti al tempo degli imperatori. E avrebbe continuato a definirlo così anche nei secoli successivi.

Siamo nel rione del Marchese del Grillo. Che non è esistito come è stato rappresentato al cinema, ma di cui rimane un’aura di insolenza mista a pigrizia, come fosse il genius loci ideale, la maschera di un’intera porzione di Roma.
Via dei Serpenti, la piazzetta dedicata alla Madonna ai Monti e la chiesa omonima, strade come via del Garofano, salite come quella che porta a via dei Ciancaleoni, pendenze ardite come a via Clementina e poi via Urbana (con la splendida chiesa di Santa Pudenziana) e scalinatelle oscure, come la Salita dei Borgia e via San Francesco di Paola che, scavallando via Cavour, portano a San Pietro in Vincoli dove si custodisce il Mosé di Michelangelo, quella di Monti è una geografia che non si può scoprire in una mattinata randagia. Ha bisogno di tempo. Di un’andatura da cui traspaia la voglia di appropriarsi del posto, di sentirsi nativi: andare per bar, mangiare nelle trattorie, sedersi in piazzetta.

Perché in fondo si è in presenza di un miracolo tutto romano: Monti è l’unico posto dove si può incontrare Roma, destreggiandosi fra negozi di antiquari, bar carini, tavolini fuori, ristorantini chic e gente bella che passeggia.





Social di Gaia per Roma



Accedi

Effettua l'accesso.

USERNAME:


PASSWORD:




password dimenticata?